9 maggio 2019 - 12:07

Nave della Marina italiana salva 40 migranti: «Stavano per affondare». Ira di Salvini. Altri 29 sulla mare Jonio

Il salvataggio è avvenuto in acque Sar libiche. Il responsabile del Viminale non concede i porti e attacca la ministra Trenta: «Non è possibile che un ministro chiuda i porti e un altro accolga i migranti». Nella notte Palazzo Chigi annuncia che la nave sbarcherà nel porto di Augusta

di Marco Galluzzo

Nave della Marina italiana salva 40 migranti: «Stavano per affondare». Ira di Salvini. Altri 29 sulla mare Jonio
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Una nave della Marina italiana salva trentasei migranti al largo della coste della Libia, che stavano per affogare, ma il caso diventa nuova materia di scontro politico in un attimo. Matteo Salvini interviene dicendo che non darà l’autorizzazione ad alcuno sbarco. Senza mai nominare la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, si chiede «perché» accada «in acque libiche, peraltro pattugliate dalla guardia costiera libica, che già in pieno Ramadan aveva soccorso, salvato e riportato indietro più di duecento immigrati?». Ma non solo, Salvini dice che non tutti nel governo applicano le stesse regole: «Io porti non ne do. O si lavora tutti nella stessa direzione, oppure non può esserci il ministro dell’Interno che chiude i porti e qualcun altro che raccoglie immigrati. Occorre chiarire dentro il governo».

Immediata è arrivata la risposta del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che ha chiarito così i contorni della vicenda, con una nota: «Dal ministro non è arrivata alcuna indicazione particolare, ma abbiamo massima fiducia nell’operato della nostra marina militare e dei nostri uomini e donne in uniforme». Un comunicato della Marina chiarirà i dettagli del salvataggio: la nave Cigala Fulgosi, unità combattente della Marina militare italiana facente parte dell’operazione Mare Sicuro, «sta conducendo attività di presenza, sorveglianza e deterrenza, anche in ragione all’attuale situazione di sicurezza in Libia. Tale unità è posta in particolare a protezione distante di nave Capri, anch’essa dell’operazione Mare Sicuro, che si trova ormeggiata a Tripoli per fornire assistenza tecnico-logistica ai mezzi della marina militare e della Guardia costiera libica. L’unità è anche a salvaguardia del personale italiano presente a Tripoli nonché delle piattaforme estrattive dell’Eni al largo delle coste libiche».

Insomma questo il contesto, autorizzato dal Parlamento, con la nave italiana che a circa 75 chilometri dalla costa libica incontra «una piccola imbarcazione, con a bordo 36 persone sprovviste di salvagenti, che imbarcava acqua e che quindi era in procinto di affondare e le persone a bordo erano in imminente pericolo di vita. In aderenza alle normative internazionali è intervenuta». Fra i 36 salvati, due donne e 8 bambini. Nel botta e risposta fra Viminale e Difesa alla fine interviene anche il premier, impegnato in Romania in un Consiglio europeo: «Ho raccolto la disponibilità di Malta, Francia e Lussemburgo ad accogliere alcuni migranti soccorsi», aggiungendo subito dopo, «attendo una risposta, ma c’è apertura di disponibilità da parte di Germania, Spagna e Portogallo. Gli amici europei si sono dimostrati molto solleciti», ha concluso Conte, mentre il Pd attacca Salvini definendo «una vergogna» prendersela con la nostra Marina, che commetterebbe «un reato» se non intervenisse in situazioni di emergenza. Nella notte una nota di Palazzo Chigi annuncia che la nave sbarcherà nel porto di Augusta. Ma non è il solo caso, nel pomeriggio la Mare Jonio, imbarcazione della Ong «Mediterranea Saving Human», soccorre 29 migranti e chiede un approdo in Italia. In questo caso non c’entra la Marina, i porti per Salvini restano sempre chiusi, e Conte ha un dossier in più da affrontare.

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